Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27750 del 21 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:27750PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta reiterata di minacce e molestie, anche attraverso l'utilizzo di strumenti di comunicazione a distanza, determina nella vittima un grave e perdurante stato di ansia o di paura, oggettivamente rilevabile anche in assenza di una specifica diagnosi clinica. L'evento del reato non richiede necessariamente la prova di un vero e proprio disturbo psichico, essendo sufficiente che gli atti persecutori abbiano un effetto destabilizzante sull'equilibrio psicologico della persona offesa, come desumibile dalla natura e dalla reiterazione delle condotte tenute dall'agente. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, che richiede la consapevolezza dell'idoneità delle condotte a produrre uno degli eventi previsti dalla norma e dell'abitualità del proprio agire, senza necessità di una preordinazione delle condotte stesse. La valutazione complessiva degli elementi di prova, anche di natura documentale e testimoniale, può consentire di ritenere integrato l'evento del reato, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singolo rilievo difensivo, purché l'impianto motivazionale risulti logico e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. MOROSINI E. Mar - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/06/2018 della CORTE di APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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