Cassazione penale Sez. I sentenza n. 47353 del 13 ottobre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:47353PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare che giustifica il mantenimento della custodia cautelare in carcere, deve essere valutato in concreto sulla base delle modalità e circostanze del fatto, nonché della personalità dell'imputato, senza che sia sufficiente il mero riferimento alla gravità astratta del reato o al decorso del tempo. Ove l'imputato abbia manifestato una spiccata incapacità di autocontrollo e una personalità violenta, anche in precedenti episodi, il giudice può ritenere che gli arresti domiciliari, anche se rafforzati da strumenti di controllo elettronico, non siano idonei a contenere il pericolo di reiterazione, essendo necessaria la più rigorosa misura della custodia cautelare in carcere. La valutazione della concreta pericolosità sociale dell'imputato e dell'adeguatezza della misura cautelare deve essere congruamente motivata, senza che sia sufficiente il mero richiamo alla gravità del fatto contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO Francesco M. S. - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 2487/2016 TRIB. LIBERTA' di ROMA, del 16/11/2016;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIANI VINCENZO;
sentite le conclusioni del P.G. Dott. BIRRITTERI Luigi, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso, con l'emissione di tutte le statuizioni consequenziali.
Udito il difensore Avv. (OMISSIS) il quale ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza emessa…

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