Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25868 del 30 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:25868PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura anche in presenza di gravi indizi di colpevolezza che dimostrino l'affiliazione dell'indagato all'organizzazione criminale e il suo svolgimento di specifiche funzioni essenziali, quali l'organizzazione di incontri tra sodali, la convocazione di affiliati, la comunicazione ai vertici di questioni e vicende di interesse della consorteria, anche attraverso l'utilizzo di intimidazioni e prevaricazioni, a prescindere dalla prova di una partecipazione attiva agli atti esecutivi del programma criminoso. La sussistenza di tali gravi indizi, desumibili dalle risultanze delle intercettazioni, giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in ragione dell'estrema pericolosità dell'associazione mafiosa e della presunzione di legge di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MU. CA. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1045/2010 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 14/10/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO ZAMPETTI;

sentite le conclusioni del PG Dott. Riello Luigi, che ha chiesto il rigetto del ricorso;

udito il difensore avv. Pansini G. e Speziale A..

OSSERVA

1. Con ordinanza in data 14.10.2010 il Tribunale di Reggio Calabria, costi…

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