Il Comune non può sospendere sine die il rilascio di nuove autorizzazioni per l'installazione di impianti pubblicitari in assenza di un Piano Generale degli Impianti Pubblicitari (PGIP) definitivamente approvato, in quanto tale previsione regolamentare determina un'inammissibile restrizione dell'attività economica in violazione dei principi costituzionali di libera iniziativa economica e di buon andamento e correttezza dell'azione amministrativa. Pertanto, il Comune è tenuto a valutare le istanze di autorizzazione presentate dai privati sulla base dei molteplici interessi pubblici coinvolti, quali la sicurezza della circolazione stradale, i parametri estetici, panoramici, ambientali ed edilizi, senza poter opporre il mero rinvio all'adozione del PGIP come pretesto per il diniego. L'inerzia dell'Ente locale non può infatti determinare una paralisi della possibilità per i privati di inserirsi nel mercato pubblicitario, in violazione del diritto di iniziativa economica garantito dall'art. 41 Cost. Conseguentemente, il Comune deve riesaminare le istanze presentate dalla società ricorrente in conformità ai principi di cui sopra, senza poter opporre il divieto di cui all'art. 48 del proprio Regolamento della Pubblicità, ritenuto illegittimo.