Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 5145 del 2018

ECLI:IT:TARNA:2018:5145SENT

Massima

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Il completamento di manufatti edilizi abusivi in pendenza di definizione di istanze di condono edilizio può avvenire, ai sensi dell'art. 35 della legge n. 47 del 1985, solo al decorso del termine dilatorio di trenta giorni dalla notifica al Comune del proprio intendimento, con allegazione di perizia giurata ovvero documentazione avente data certa in ordine allo stato dei lavori abusivi. Tale procedura deve essere seguita rigidamente anche per quanto attiene alle modalità di presentazione dell'istanza, al fine di conferire certezze in ordine allo stato dei luoghi e ad evitare postumi tentativi di disconoscimento della circostanza che, come previsto dalla legge, l'esecuzione delle opere, pur se autorizzate, avviene sotto la propria responsabilità, nella piena consapevolezza che, sebbene interventi di natura eminentemente conservativa possano essere ammessi, si sta agendo assumendo espressamente a proprio carico i rischi e i pericoli connessi, cosicché se il condono verrà negato si dovrà demolire anche le migliorie apportate. In presenza di manufatti abusivi non sanati né condonati, gli interventi ulteriori, sia pure riconducibili alle categorie della manutenzione straordinaria, del restauro e/o risanamento conservativo, della ristrutturazione, della realizzazione di opere costituenti pertinenze urbanistiche, ripetono le caratteristiche di illegittimità dell'opera principale alla quale ineriscono strutturalmente, sicché non rileva il dato che le nuove lavorazioni integrino o meno volumi e/o superfici aggiuntive, non potendosi ammettere la prosecuzione dei lavori abusivi a completamento di opere che, fino al momento di eventuali sanatorie, devono ritenersi comunque abusive, con conseguente obbligo del Comune di ordinarne la demolizione. La reiterazione delle violazioni edilizie, con successivi e "nuovi" interventi (seppur eventualmente modesti) sul manufatto, non può impedire sine die l'adozione dei prescritti provvedimenti repressivi, poiché ciò finirebbe con il produrre un effetto "premiale" sul reo. Infine, l'efficacia dei provvedimenti di demolizione non è suscettibile di essere paralizzata dalla successiva presentazione di istanze (di accertamento di conformità, compatibilità paesaggistica o quant'altro) che non incidono sulla legittimità dei provvedimenti sanzionatori in precedenza emanati, ma unicamente sulla possibilità dell'amministrazione di portare ad esecuzione la sanzione, autonomamente valutando gli effetti delle sopravvenute istanze a detti fini.

Sentenza completa

Pubblicato il 01/08/2018

N. 05145/2018 REG.PROV.COLL.

N. 06000/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 6000 del 2013, proposto da
((omissis)), rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso il suo studio in Napoli, via Niutta 22 c/o Studio Fides;

contro

Comune di Pozzuoli, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)) e dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Napoli, via ((omissis)) n. 3;

per l'annullamento

del provvedimento del dirigente dell'area tecnica del Comune di Pozzuoli prot.38956 datato …

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