Cassazione penale Sez. V sentenza n. 45183 del 11 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:45183PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore di una società fallita abbia sottratto o distratto beni sociali, determinando un depauperamento del patrimonio aziendale, a prescindere dalla successiva dichiarazione di fallimento e indipendentemente dalla consapevolezza dell'agente circa tale esito. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che l'atto distrattivo sia preordinato al danneggiamento dei creditori, essendo sufficiente che esso abbia concretamente determinato una diminuzione delle risorse patrimoniali della società, anche se motivato dall'intento di sanare una situazione debitoria o di consentire la prosecuzione dell'attività d'impresa. La distanza temporale tra la condotta distrattiva e la dichiarazione di fallimento non è di per sé rilevante, atteso che il reato si perfeziona con la deminutio patrimonii, a prescindere dal successivo dissesto. Inoltre, la mancata o irregolare tenuta delle scritture contabili, pur non integrando di per sé il reato di bancarotta documentale, può costituire un indice della volontà distrattiva dell'amministratore, laddove impedisca la ricostruzione della destinazione data ai beni sottratti. Infine, l'omessa valutazione, da parte del giudice di appello, della concessione delle circostanze attenuanti generiche non determina un vizio della motivazione, qualora il motivo di impugnazione risulti generico e privo di argomentazioni specifiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 12/02/2014 dalla Corte di appello di L'Aquila;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. CARDINO Alberto che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il difensore di (OMISSIS) ricorre avverso la pronuncia indicata in epigrafe, …

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