Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2321 del 20 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:2321PEN

Massima

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Il reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti si configura anche in assenza di un patto espresso tra gli associati, potendo desumersi la prova del vincolo associativo dalle modalità esecutive dei reati-fine, dalla ripetitività degli stessi, dalla natura dei rapporti tra gli autori, dalla ripartizione di compiti e ruoli in vista del comune obiettivo di effettuare attività di commercio di stupefacenti. La struttura associativa, specie con riferimento all'attività di procacciamento e spaccio di sostanze stupefacenti, non richiede una organizzazione articolata o complessa, essendo sufficiente anche una struttura esile cui i compartecipi possano fare reciproco, anche tacito, affidamento. Integra la condotta di partecipazione all'associazione la costante disponibilità all'acquisto delle sostanze stupefacenti di cui l'associazione fa traffico, in quanto agevola lo svolgimento dell'attività criminosa e assicura la realizzazione del suo programma delittuoso, sempre che tale condotta sia posta in essere avvalendosi continuativamente delle risorse dell'organizzazione, con la coscienza e volontà dell'autore di farne parte e di contribuire al suo mantenimento. Ai fini della configurabilità del reato associativo è irrilevante che i delitti cui sia finalizzato il vincolo associativo abbiano caratteristiche dissimili e vengano commessi separatamente dall'uno o dall'altro gruppo di associati, essendo sufficiente che tra i componenti dell'organizzazione vi sia un accordo complessivo, con assunzione di funzioni e compiti in vista di un programma indeterminato di commissione di reati in materia di stupefacenti. Quanto al dolo del reato di associazione per delinquere (in tema di stupefacenti), è sufficiente la coscienza che la propria azione individuale sia radicata in una struttura organizzativa, senza la necessità che ogni associato conosca l'identità degli altri ed abbia concreti rapporti con gli stessi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 4246/2013 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 07/06/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAPOZZI ANGELO;

sentite le conclusioni del PG Dott. GALLI Massimo, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E RITENUTO IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 7.6.2013 Il Tribunale del riesame di Napoli - a seguito di ricorso proposto nell'interesse dell'indagato (OMISSIS) avverso la or…

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