Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26127 del 13 giugno 2019

ECLI:IT:CASS:2019:26127PEN

Massima

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Il reato di invasione di edifici di cui all'art. 633 c.p. richiede una condotta di occupazione dell'immobile che si protragga per un apprezzabile lasso di tempo, tale da comportare un depauperamento delle facoltà di godimento del titolare dello ius excludendi. Pertanto, la mera permanenza nell'edificio per un breve periodo, anche se accompagnata da atti di danneggiamento, non integra gli estremi del reato di invasione, essendo necessaria una occupazione di durata significativa che incida in modo rilevante sulla disponibilità del bene da parte del proprietario. La valutazione della durata della condotta invasiva deve essere effettuata in concreto, tenendo conto di tutte le circostanze del caso, senza che possa ritenersi sufficiente una permanenza di breve periodo, anche se superiore a pochi minuti. Il reato di danneggiamento, invece, è configurabile anche in presenza di un danno di modesta entità, purché non meramente trascurabile, essendo irrilevante ai fini della sua sussistenza la misura del pregiudizio patrimoniale arrecato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO D. - Presidente

Dott. MESSINI D'AGOSTINI - rel. Consigliere

Dott. COSCIONI G. - Consigliere

Dott. PACILLI G. - Consigliere

Dott. ARIOLLI G. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/03/2018 della CORTE DI APPELLO DI PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Piero MESSINI D'AGOSTINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. TOCCI Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 5/3/2018 la Corte di appello di Palermo conferm…

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