Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43312 del 13 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:43312PEN

Massima

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Il possesso di materiale di provenienza furtiva, in assenza di plausibili giustificazioni da parte dell'imputato, legittima la presunzione della consapevolezza della sua origine delittuosa, integrando il reato di ricettazione. Tale presunzione può essere superata solo attraverso la dimostrazione, da parte dell'imputato, di aver acquistato o detenuto il bene in buona fede e senza alcuna consapevolezza della sua provenienza illecita. Tuttavia, l'onere probatorio grava sull'imputato, il quale è tenuto a fornire elementi concreti e specifici a sostegno della propria posizione, non essendo sufficiente una mera negazione o la semplice mancanza di prova della sua colpevolezza. Inoltre, la mancata citazione delle parti offese nel giudizio di primo grado non determina una nullità insanabile, qualora tale vizio non sia stato tempestivamente dedotto in sede di appello. Infine, il termine di prescrizione del reato di ricettazione si applica in base alla normativa vigente al momento della pronuncia della sentenza di primo grado, senza che rilevi l'eventuale successiva modifica dei termini prescrizionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv.to Tambe' Giuseppe nell'interesse di:

Vi. An. Gi. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di appello di Caltanisetta del 29.4.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. BUA Antonio, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Osserva:

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