Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18173 del 8 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:18173PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, pur non avendo la disponibilità giuridica di denaro o altra cosa mobile altrui, si procuri fraudolentemente il possesso di tali beni mediante artifici o raggiri, integra il reato di truffa aggravata e non quello di peculato. Ciò in quanto l'elemento distintivo tra le due fattispecie risiede nelle modalità di acquisizione del possesso del bene: nel peculato il soggetto attivo se ne appropria avendone già la disponibilità per ragione del suo ufficio o servizio, mentre nella truffa il soggetto attivo, non avendo tale possesso, se lo procura fraudolentemente. Le falsificazioni documentali compiute dal soggetto estraneo all'amministrazione pubblica per far acquisire indebitamente denaro pubblico agli imprenditori collusi, integrando lo schema della truffa, costituiscono un post factum non punibile in quanto finalizzate all'occultamento o al perfezionamento della materiale appropriazione. Pertanto, la condotta del soggetto estraneo all'amministrazione pubblica, che attesti falsamente la regolare esecuzione di lavori mai realizzati al fine di favorire la liquidazione di stati di avanzamento lavori agli imprenditori collusi, deve essere ricondotta al delitto di truffa aggravata e non a quello di peculato. Quanto al pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio che abbia concorso nell'operazione illecita, è necessario verificare se il suo ruolo si sia limitato ad una colposa negligenza ovvero abbia integrato una dolosa condivisione del progetto criminoso, al fine di stabilire la corretta qualificazione giuridica della sua condotta. Infine, in caso di configurabilità del delitto di truffa, il termine di prescrizione, pur maturato anche per il delitto di peculato nel corso del processo, deve essere retrodatato ad epoca anteriore alla sentenza di primo grado, così da precludere la confisca e le statuizioni civili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Dott. RICCIARELLI Massimo - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Relatore

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
Cu.Fr., n. A (Omissis)
Sa.Ed., n. N (Omissis)
Ca.Lu., n. S (Omissis)
Vo.Ge., n. G (Omissis)
avverso la sentenza n. 760/23 della Corte di appello di Salerno del 05/05/2023
letti gli atti, i ricorsi e la sentenza impugnata; udita la relazione del consigliere Orlando Villorii;
sentito il pubblico ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Alessandro Cimmino, che ha concluso per il rigetto di tutti i ricorsi;
sentito per la parte civile Provincia di Salerno l'avv. Gi.Io., in sostituzione dell'avv. Ga.Da., che chiesto di rigettare o dichiarare inammissibi…

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