Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22178 del 23 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:22178PEN

Massima

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La provocazione non può essere invocata come esimente per scriminare i reati di lesioni personali, percosse e ingiurie, quando l'offesa che si assume abbia determinato lo stato di alterazione e di ira dell'imputato non sia stata rivolta direttamente a quest'ultimo, ma a soggetti terzi, e non risulti che la persona offesa abbia pronunciato frasi ingiuriose nei confronti dell'imputato al momento del fatto. Inoltre, il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e della provocazione non è censurabile in sede di legittimità, qualora non sia stata sollevata specifica doglianza in sede di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata in data 9.1.2012 dal tribunale di Cremona;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. Alfredo Guardiano;

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale dott. STABILE Carmine che ha concluso per il rigetto del ricorso;

udito per l'imputato il difensore di fiducia, avv. (OMISSIS), del Foro di (OMISSIS), …

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