Cassazione penale Sez. II sentenza n. 30657 del 23 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:30657PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato di legittimità sulla motivazione della sentenza impugnata, deve limitarsi a verificare l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter sostituire la propria valutazione delle risultanze processuali a quella effettuata dal giudice di merito. La motivazione è immune da vizi logici quando le conclusioni raggiunte risultano sorrette da una congrua e persuasiva ricostruzione degli elementi di prova, anche attraverso il riscontro di dichiarazioni testimoniali e altri elementi di riscontro. Il giudice di legittimità non può censurare la sentenza per il solo fatto di prospettare una diversa valutazione delle risultanze processuali, essendo preclusa ogni rivalutazione nel merito degli elementi di prova. Inoltre, il giudice di legittimità non può sindacare le scelte discrezionali operate dal giudice di merito, come il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, se adeguatamente motivate sulla base della gravità dei fatti e della personalità dell'imputato. Infine, la declaratoria di inammissibilità del ricorso per cassazione preclude ogni determinazione sulla eventuale prescrizione del reato, qualora la stessa non sia stata tempestivamente eccepita nel giudizio di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO ((omissis)) - Presidente

Dott. ESPOSITO Antonio - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Du. Bo. Ma. nata a (OMESSO) e da Pe. No. Br. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari del 37.2006 con la quale, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Sassari del 24.9.2004, si dichiarava non doversi procedere nei confronti di Pe. No. Br. in ordine ai reati sub a) e b) e si riduceva la pena inflitta in primo grado ad anni sette e mesi sei di recl…

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