Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34449 del 4 agosto 2016

ECLI:IT:CASS:2016:34449PEN

Massima

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Il giudice di legittimità può confermare l'applicazione di una misura di prevenzione personale, come la sorveglianza speciale, sulla base di una motivazione che valuti globalmente la pericolosità sociale del soggetto, anche valorizzando elementi probatori emersi in altri procedimenti penali. Ciò in quanto il procedimento di prevenzione è caratterizzato da una valutazione prognostica della pericolosità, che non richiede la prova di specifici reati, ma può fondarsi su un complessivo apprezzamento della condotta e della personalità del soggetto. Pertanto, il giudice di merito può legittimamente desumere la persistente pericolosità sociale dalla prosecuzione dell'attività criminale del soggetto, anche durante la detenzione, attraverso il mantenimento dei contatti con il sodalizio mafioso di appartenenza e il compimento di atti esecutivi delle direttive impartite dal detenuto. In tali ipotesi, il controllo imposto con la misura di prevenzione risulta proporzionato e adeguato a neutralizzare la concreta e attuale pericolosità sociale del soggetto, senza che sia necessario accertare la commissione di nuovi reati. Il sindacato di legittimità sulla motivazione del provvedimento di applicazione della misura di prevenzione è, infatti, limitato alla verifica dell'esistenza di una motivazione non meramente apparente o inesistente, essendo precluso il riesame del merito della valutazione di pericolosità sociale effettuata dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. CARCANO Domenico - rel. Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. CORBO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata il (OMISSIS);
avverso il decreto NRG. 65/13 pronunciato il 10/10/2014 dalla Corte d'appello di Catanzaro;
visti gli atti, la ordinanza e il ricorso;
udita relazione del Consigliere Dott. ((omissis));
letta la requisitoria del Procuratore generale Dr. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) propone ricorso contro il decreto in epigrafe indicato con il quale e' stato rigettato l'appello avverso il prov…

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