Il Comune può revocare le concessioni cimiteriali perpetue in presenza di una situazione di grave insufficienza del cimitero e di impossibilità di ampliamento o costruzione di nuovi spazi, in quanto i cimiteri rientrano tra i beni demaniali comunali, per i quali non sono ammesse concessioni senza limiti di tempo. La revoca può essere disposta anche in assenza di comunicazione dell'avvio del procedimento, qualora sussista uno stato di emergenza che imponga di provvedere in tempi brevi. L'art. 92, comma 2, del D.P.R. n. 285/1990, che limita il potere di revoca quando non siano trascorsi 50 anni dall'ultima tumulazione, non trova applicazione nel caso in cui il concessionario abbia provveduto solo alla riunione dei resti dei congiunti già sepolti, senza effettuare nuove tumulazioni. Il carattere demaniale dei cimiteri e la necessità di garantire un'adeguata disponibilità di sepolture per la collettività giustificano l'esercizio del potere di revoca delle concessioni perpetue, anche in presenza di un diritto di sepolcro riconosciuto come perpetuo, in quanto tale diritto risulta incompatibile con il regime demaniale dei beni cimiteriali.