Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 2299 del 24 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2299PEN

Massima

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Il giudice nel giudizio abbreviato può esercitare il potere di integrazione della prova riconosciutogli dalla legge processuale, anche d'ufficio e in qualsiasi momento, senza che ciò comporti una violazione del diritto dell'imputato di optare per un giudizio "allo stato degli atti". L'esercizio di tale potere integrativo, anche se successivo alla discussione, non determina l'inutilizzabilità degli atti acquisiti, in quanto l'imputato è consapevole di tale potere del giudice al momento della scelta del rito abbreviato. La mancanza di specificità del motivo di ricorso per cassazione, che ripropone pedissequamente le stesse doglianze già disattese dal giudice di merito con motivazione ampia e congrua, comporta l'inammissibilità del ricorso stesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO ((omissis)) - Presidente

Dott. D'ISA Claudio - Consigliere

Dott. MAISANO Giulio - Consigliere

Dott. MASSAFRA Umberto - rel. Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) JO. PE. , N. IL (OMESSO), alias PA. RR. ;

avverso la sentenza n. 6519/2009 CORTE APPELLO di ROMA, del 19/11/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/12/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. UMBERTO MASSAFRA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO

Ricorre per ((o…

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