Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La disciplina transitoria della legge n. 251 del 2005 in materia di prescrizione del reato, che esclude l'applicabilità delle disposizioni sui più brevi termini di prescrizione ai procedimenti pendenti avanti alla Corte di cassazione al momento di entrata in vigore della legge, è ragionevole e non contrasta con l'art. 111, comma 2, Cost., in quanto salvaguarda il valore dell'efficienza del processo e tutela i diritti dei soggetti destinatari della funzione giurisdizionale, evitando che il processo, dopo una pronuncia di condanna, debba essere rimesso in discussione. Pertanto, la sentenza di condanna emessa prima dell'entrata in vigore della legge n. 251 del 2005 determina l'inapplicabilità della disciplina più favorevole sui termini di prescrizione, anche in sede di giudizio di legittimità. Inoltre, la motivazione della sentenza di appello può essere adeguatamente formulata per relationem, mediante il richiamo alla motivazione della sentenza di primo grado, purché sia integrata con la risposta ai rilievi critici formulati nell'atto di appello. Infine, la violazione dell'art. 97 del Codice della strada, che prevede una sanzione amministrativa, non costituisce reato, ma illecito amministrativo, e pertanto la relativa imputazione deve essere annullata senza rinvio.