La dichiarazione di illegittimità costituzionale di una norma penale diversa dalla norma incriminatrice, ma incidente sul trattamento sanzionatorio, comporta la rideterminazione della pena non ancora interamente espiata da parte del giudice dell'esecuzione. Questi deve verificare l'incidenza concreta della decisione irrevocabile sulla libertà personale, ricostruire il contenuto della decisione in punto di commisurazione della sanzione alla luce della norma dichiarata incostituzionale e, ove necessario, rideterminare il trattamento sanzionatorio tenendo conto delle norme applicabili al momento della decisione, comprese quelle incriminatrici interessate da ulteriore pronuncia di illegittimità costituzionale. In particolare, ove la condanna riguardi fatti concernenti le cosiddette "droghe leggere" commessi nel periodo compreso tra il 28 febbraio 2006 e il 6 marzo 2014, il giudice dell'esecuzione deve procedere a una rivalutazione piena della commisurazione della pena, tenendo conto del fatto accertato in cognizione ma non dei termini matematici espressi dal giudice in applicazione di una cornice edittale dichiarata costituzionalmente illegittima, potendo pervenire a una rideterminazione della pena nel rispetto del principio per cui non può essere aumentata l'afflittività della pena stabilita nella sentenza di condanna.