Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40045 del 30 settembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:40045PEN

Massima

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Il giudice di pace può fondare la pronuncia di assoluzione dell'imputato per reato di minaccia esclusivamente sulla base delle dichiarazioni della persona offesa, purché siano valutate in modo penetrante e rigoroso sotto il profilo della credibilità soggettiva del dichiarante e dell'attendibilità intrinseca del suo racconto, anche quando la persona offesa sia costituita parte civile. La motivazione della sentenza di assoluzione deve spiegare in modo esaustivo le ragioni per le quali il giudice ritiene integrata la scriminante della provocazione, indicando il concreto comportamento delle persone offese che l'avrebbe determinata. L'insufficienza della motivazione e l'erroneo principio di diritto applicato dal giudice di pace comportano l'annullamento della sentenza con rinvio per un nuovo esame.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE TRIBUNALE DI CHIETI;
nel procedimento a carico di:
SINANI EDMOND, nato il 04/02/1963;
inoltre:
(OMISSIS);
(OMISSIS);
(OMISSIS);
avverso la sentenza del 08/05/2018 del GIUDICE DI PACE di CHIETI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. BRANCACCIO MATILDE;
udito il Sostituto Procuratore Generale Dr. PINELLI MARIO MARIA STEFANO che ha concluso chiedendo l'annull…

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