Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 49241 del 18 dicembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:49241PEN

Massima

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Il provvedimento di confisca di beni disposto nell'ambito di un procedimento di prevenzione patrimoniale non può essere revocato sulla base di nuovi elementi di fatto, quali il proscioglimento definitivo del proposto dal reato di associazione mafiosa o le dichiarazioni del venditore del bene circa l'estraneità del proposto alle trattative, qualora tali elementi siano già stati valutati e ritenuti irrilevanti in precedenti procedimenti di revoca della misura di prevenzione. La confisca, infatti, è disposta sulla base di un giudizio prognostico sulla pericolosità sociale del soggetto, che prescinde dall'accertamento della sua responsabilità penale, e la revoca può essere concessa solo in presenza di elementi nuovi e significativi, idonei a dimostrare il venir meno della pericolosità sociale e della illecita provenienza del bene. Il provvedimento di confisca, una volta divenuto definitivo, può essere rimesso in discussione solo in presenza di circostanze sopravvenute e rilevanti, che incidano in modo determinante sulla valutazione della pericolosità sociale del proposto e sulla disponibilità effettiva del bene, non già sulla base di elementi già valutati in precedenti procedimenti e ritenuti irrilevanti ai fini della revoca della misura.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. GARRIBA Tito - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - rel. Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata (OMISSIS);

avverso il decreto del 19/09/2011 della Corte di appello di Palermo;

letti gli atti, il decreto denunziato e il ricorso;

sentita la relazione svolta dal Consigliere Giovanni Conti;

lette le richieste del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. STABILE Carmine, che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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