Cassazione penale Sez. V sentenza n. 30790 del 11 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:30790PEN

Massima

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Il reato di ingiuria sussiste solo quando l'espressione utilizzata, valutata nel suo significato comune e nel contesto in cui è stata pronunciata, risulti oggettivamente lesiva dell'onore e della reputazione della persona offesa, essendo altresì necessario che l'agente abbia agito con dolo, ossia con la consapevolezza e volontà di offendere l'altrui onore o reputazione. Pertanto, qualora l'espressione utilizzata, pur potendo astrattamente integrare gli estremi dell'ingiuria, sia stata pronunciata in un contesto lavorativo e con la finalità di evitare conseguenze economiche negative per la persona offesa, essa perde la sua valenza offensiva, venendo meno sia l'elemento oggettivo che quello soggettivo del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. POSITANO G. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3/2012 TRIBUNALE di LANCIANO, del 22/01/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 27/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GABRIELE POSITANO;

Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dr. Volpe Giuseppe, ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

Per la parte civile e' presente l'Avvocato (OMISSIS) in sostituzione dell'avv.…

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