Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna, in accoglimento parziale del ricorso, ha stabilito che: 1. Il decreto di esproprio è annullato in quanto emesso oltre il termine originario di 1000 giorni previsto per il completamento della procedura espropriativa, senza che le successive proroghe disposte fossero legittime. 2. L'Amministrazione è tenuta a restituire le aree illegittimamente occupate per la realizzazione dell'opera pubblica stradale. 3. È dovuto il risarcimento del danno per l'occupazione illegittima delle aree, a partire dal quinquennio antecedente la notifica del ricorso, parametrato al 5% annuo del valore venale delle aree, come accertato in una precedente consulenza tecnica d'ufficio, con interessi legali e rivalutazione monetaria. 4. Sono invece dichiarate inammissibili o respinte per prescrizione le ulteriori domande risarcitorie relative a danni da riduzione dell'attività, taglio della proprietà, minor valore delle aree residue, in quanto già oggetto di precedente giudicato amministrativo o riferite a periodi prescritti. 5. Resta salva la possibilità per l'Amministrazione di adottare un nuovo decreto di esproprio in applicazione dell'art. 42-bis del Testo Unico sulle espropriazioni, con riconoscimento del valore venale delle aree e delle relative maggiorazioni previste dalla legge. La massima giuridica che sintetizza il principio di diritto fondamentale espresso dalla sentenza è la seguente: Il decreto di esproprio è illegittimo se emesso oltre il termine originario previsto per il completamento della procedura espropriativa, senza che le successive proroghe disposte siano legittime; in tal caso il proprietario ha diritto alla restituzione delle aree e al risarcimento del danno per l'occupazione illegittima, parametrato al valore venale delle aree e calcolato in percentuale annua, fermo restando la possibilità per l'Amministrazione di adottare un nuovo decreto di esproprio in applicazione dell'art. 42-bis del Testo Unico sulle espropriazioni.