La realizzazione di un manufatto abusivo su suolo di proprietà di un ente pubblico comporta l'applicazione della specifica disciplina di cui all'art. 35 del D.P.R. n. 380/2001, che prevede la sola sanzione della demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi, senza la possibilità di irrogare la sanzione pecuniaria di cui all'art. 31, comma 4-bis, dello stesso decreto. Tale disciplina speciale, che non contempla l'applicazione di sanzioni pecuniarie, trova giustificazione nella peculiare gravità della condotta sanzionata, che riguarda la costruzione di opere abusive su suoli pubblici. Pertanto, l'amministrazione comunale non può applicare la sanzione pecuniaria prevista dall'art. 31, comma 4-bis, del D.P.R. n. 380/2001 nei confronti di chi abbia realizzato un manufatto abusivo su suolo di proprietà di un ente pubblico, essendo tenuta a ordinare esclusivamente la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi ai sensi dell'art. 35 del medesimo decreto. Tale disciplina speciale mira a tutelare il patrimonio pubblico e a sanzionare con maggiore rigore le condotte abusive che lo riguardano, rispetto a quelle realizzate su suoli privati. La demolizione, in ogni caso, è eseguita a cura del Comune ma a spese del responsabile dell'abuso.