Il falso in titoli di credito, realizzato mediante l'alterazione della data di emissione di un assegno bancario da parte del prenditore del titolo al fine di ottenere in anticipo la valuta, integra il reato di falsità in atti di cui agli artt. 485 e 491 c.p., in quanto tale condotta altera l'apparenza originaria del titolo, incidendo sull'affidamento dei terzi nei suoi elementi essenziali. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla finalità di ingiusto profitto, individuata nel conseguimento anticipato della disponibilità della provvista, a prescindere dall'effettivo incasso dell'assegno o dalla sua idoneità decettiva. La competenza territoriale del giudice è determinata dal luogo in cui il titolo falsificato è stato negoziato per la prima volta, indipendentemente da eventuali successivi accertamenti che possano modificare la qualificazione giuridica del fatto o il suo ambito spaziale di consumazione. L'eccezione di incompetenza territoriale, ai sensi dell'art. 491 c.p.p., deve essere sollevata tempestivamente, subito dopo l'accertamento della regolare costituzione delle parti, senza che la stessa possa essere riproposta in base a elementi emersi successivamente nel corso del giudizio.