Il personale militare ha diritto all'indennità di trasferimento prevista dall'art. 1, comma 1, della legge n. 86/2001 in caso di mutamento della sede di servizio dovuto alla soppressione (o diversa dislocazione) del reparto di appartenenza, anche qualora sia stata presentata una istanza di trasferimento per una sede distante oltre 10 km da quella soppressa, purché ricorrano gli ulteriori presupposti individuati dalla norma, ovvero l'ubicazione della nuova sede in comune diverso da quello della sede soppressa e la distanza tra le due sedi superiore a 10 chilometri. Tale diritto sussiste indipendentemente dal fatto che l'istanza di trasferimento sia stata qualificata come "a domanda", trattandosi in realtà di una mera manifestazione di assenso o disponibilità alla nuova destinazione imposta dall'amministrazione a seguito della soppressione del reparto di appartenenza. La previsione di cui all'art. 1, comma 163, della legge n. 228/2012, che ha introdotto il comma 1-bis nell'art. 1 della legge n. 86/2001, non trova applicazione retroattiva ai trasferimenti disposti prima della sua entrata in vigore, in quanto norma non avente natura interpretativa. Pertanto, il personale militare trasferito ad altra sede di servizio a seguito della soppressione del reparto di appartenenza, ove ricorrano i presupposti di cui all'art. 1, comma 1, della legge n. 86/2001, ha diritto all'indennità di trasferimento, maggiorata degli interessi legali dalla data del trasferimento sino al soddisfo, indipendentemente dalla qualificazione formale dell'istanza di trasferimento come "a domanda".