Il provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca o sostituzione della misura cautelare della custodia in carcere, adottato dal giudice dell'udienza preliminare, è impugnabile esclusivamente mediante appello ai sensi dell'art. 310 c.p.p., comma 1, e non attraverso il ricorso per cassazione, in quanto tale mezzo di impugnazione è espressamente previsto dalla legge per tale tipologia di provvedimenti. Il giudice di legittimità, in applicazione dell'art. 568, comma 5, c.p.p., è pertanto tenuto a riqualificare il ricorso per cassazione come appello e a disporre la trasmissione degli atti al Tribunale del riesame competente per il prosieguo del procedimento, in conformità agli artt. 309, comma 7, e 310, comma 2, c.p.p. Tale principio si fonda sulla necessità di assicurare la coerenza del sistema delle impugnazioni, garantendo al contempo il diritto di difesa dell'imputato attraverso il rimedio giurisdizionale espressamente previsto dalla legge per la specifica tipologia di provvedimento cautelare adottato.