Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4866 del 2 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:4866PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di un bene intestato fittiziamente a un terzo estraneo ai reati contestati è legittimo quando risulti provato, sulla base di elementi di prova oggettivi e specifici, che il bene in realtà appartenga all'indagato e sia stato acquisito con il provento di attività illecite, anche se non direttamente riconducibili al reato per cui si procede. In tali casi, il giudice non è tenuto ad accogliere le allegazioni difensive circa la legittima provenienza del bene, essendo sufficiente la valutazione complessiva degli elementi probatori che dimostrino la natura fittizia dell'intestazione e il collegamento del bene con l'attività criminosa, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singola argomentazione difensiva. La motivazione del provvedimento di sequestro deve comunque esporre in modo chiaro e logico il percorso argomentativo seguito, rendendo comprensibili le ragioni della decisione adottata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza del Tribunale di Bologna in data 13 giugno 2014 (n. 102-103-115/2014 R.I.M.C./R. Bologna);

sentita la relazione del Consigliere Dott. MOGINI Stefano;

udite le conclusioni del Procuratore Generale Dott. IACOVIELLO ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi il ricorso inammissibile;

udito l'Avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) ricorre…

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