Il danneggiamento di un bene privato, anche se situato in un luogo privato liberamente o facilmente accessibile al pubblico, integra il reato di danneggiamento aggravato ai sensi dell'art. 625, n. 7, c.p., in quanto il bene è esposto alla pubblica fede. Le dichiarazioni della persona offesa, anche se in conflitto con l'imputato, possono costituire prova sufficiente per la condanna, qualora siano valutate in modo logico e coerente dai giudici di merito, senza incorrere in vizi motivazionali o violazioni di legge. Il giudice di legittimità non può sindacare la valutazione della prova effettuata dai giudici di merito, se essa risulta congruamente motivata sulla base di elementi fattuali e logici. Il ricorso per cassazione manifestamente infondato comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende, in ragione dei profili di colpa emergenti dal ricorso stesso.