Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 20927 del 30 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:20927PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, pur se successivamente revocato, legittima l'interesse all'impugnazione solo quando il ricorrente manifesti in modo chiaro e univoco l'intenzione di utilizzare la pronuncia ai fini della richiesta di equa riparazione per la custodia cautelare ingiustamente subita, non essendo sufficiente la mera pretesa teorica all'esattezza del provvedimento impugnato, priva di incidenza pratica sulla economia del procedimento. Pertanto, in assenza di tale espressa manifestazione di volontà, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, non configurandosi in tal caso un'ipotesi di soccombenza che comporti la condanna alle spese processuali o a sanzioni pecuniarie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBA Tito - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto nell'interesse di:

(OMISSIS) avverso l'ordinanza in data 8-2-12 del Tribunale di Napoli, sezione 10 penale.

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere, dott. ((omissis)).

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sost. Proc. Gen., dott. ANIELLO Roberto, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

1.-. Il difensore di (…

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