Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19127 del 9 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19127PEN

Massima

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Il reato di sostituzione di persona si configura quando l'agente, con condotta ingannevole, induce il soggetto passivo a riconoscergli un falso nome, stato o qualità personale cui la legge attribuisce specifici effetti giuridici, a prescindere dal conseguimento di un vantaggio patrimoniale o meno, ovvero dall'intento di recare un danno ad altri, essendo sufficiente il mero attentato alla fede pubblica personale, anche mediante il solo mendacio, senza necessità di esibire documenti apocrifi. La credibilità della ricostruzione dei fatti da parte della persona offesa, ampiamente riscontrata da elementi probatori esterni, e l'assenza di lacune o illogicità nella motivazione della sentenza di condanna, rendono infondate le censure del ricorrente, il quale si limita a prospettare una diversa e alternativa lettura delle risultanze probatorie, non sindacabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 18/09/2015 della Corte d'appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione svolta dal Consigliere Dott. DE AMICIS Gaetano;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ORSI Luigi, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN …

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