Cassazione penale Sez. I sentenza n. 19781 del 12 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:19781PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'azione dell'agente, pur non cagionando l'evento morte, è idonea a causare un danno più grave rispetto all'evento realizzato, in quanto l'agente ha accettato concretamente la possibilità del verificarsi dell'evento morte, come desumibile dalla sede corporea attinta, dall'idoneità dell'arma impiegata e dalle modalità dell'atto lesivo, anche se l'evento non si è verificato per cause indipendenti dalla volontà dell'agente. Ai fini della distinzione tra il reato di lesione personale e quello di tentato omicidio, rilevano l'atteggiamento psicologico dell'agente e la diversa potenzialità offensiva dell'azione, valutate sulla base di elementi oggettivi come l'arma utilizzata, la zona corporea colpita e la reiterazione dei colpi. Quando tali elementi sono idonei a dimostrare che l'agente ha accettato concretamente la possibilità dell'evento morte, la condotta deve essere qualificata come tentativo di omicidio, anche in presenza di circostanze attenuanti e di una diminuente del vizio parziale di mente. La determinazione della pena deve tenere conto della gravità del fatto, della personalità dell'imputato e della violenza dell'azione, senza che ciò comporti una violazione del principio di proporzionalità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi F. - rel. Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) n. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1607/2011 CORTE APPELLO di CATANZARO, del 25 giugno 2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 25 novembre 2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MANCUSO LUIGI FABRIZIO;
Il Pubblico Ministero, in persona del Dott. DI LEO Giovanni, Sostituto Procuratore Generale presso questa Corte, ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza pronun…

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