Il rilascio di false dichiarazioni circa i propri precedenti penali, pur in presenza di una condizione di semi-infermità mentale al momento del fatto principale, non esclude la responsabilità penale per il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, in quanto il soggetto agente, pur in tale condizione, era comunque consapevole di rendere dichiarazioni non veritiere al fine di ottenere un beneficio immediato, come quello di presentarsi dinanzi all'autorità procedente immune da precedenti penali. Ciò in quanto il reato di cui all'art. 495 c.p. è punito a titolo di dolo, non essendo sufficiente la mera colpa derivante da errore di fatto. Inoltre, la ritualità del dibattimento di primo grado non è inficiata dalla nomina del difensore di fiducia avvenuta 15 giorni prima dell'udienza, essendo tale termine ritenuto congruo, né dalla mancata richiesta di un termine a difesa da parte del difensore di ufficio, in quanto questi si era limitato a sollecitare l'accoglimento dell'istanza di rinvio avanzata dal difensore di fiducia, legittimamente disattesa dal giudice per le ragioni rappresentate.