Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23057 del 29 maggio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:23057PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico finalizzato all'ottenimento del condono edilizio integra il reato di cui all'art. 483 c.p., anche in presenza di apparenti contraddizioni nei dati dichiarati, qualora risulti comunque la volontà dell'agente di attestare falsamente l'ultimazione dei lavori, non rilevando a tal fine l'eventuale conoscenza imperfetta della normativa applicabile o la mancata adozione di provvedimenti conclusivi da parte della pubblica amministrazione, attesa la sua autonoma responsabilità nella veridicità delle dichiarazioni rese. Diversamente, il reato di cui all'art. 481 c.p. per false dichiarazioni in atti relativi all'accatastamento di un immobile non può ritenersi integrato ove l'utilizzo del relativo programma informatico presupponga necessariamente l'avvenuta ultimazione della costruzione, in assenza di ulteriori elementi probatori circa la consapevolezza dell'agente della mancata effettiva ultimazione. La prescrizione del reato di cui all'art. 483 c.p. matura successivamente alla pronuncia della sentenza impugnata, mentre quella relativa al reato di cui all'art. 481 c.p. non risulta ancora intervenuta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. ROSI Elisabetta - Consigliere

Dott. GRAZIOSI Chiara - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. a (OMISSIS);

(OMISSIS), n. a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Roma, in data 20/04/2012;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Gastone Andreazza;

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. D'AMBROSIO Vito che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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