Il reato di produzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-ter, comma 1, c.p. richiede l'accertamento della concreta realizzazione di filmati o fotografie raffiguranti minori in atteggiamenti sessuali, senza che sia necessario l'accertamento del pericolo di diffusione del materiale. Tuttavia, per i fatti commessi prima dell'entrata in vigore della legge n. 172 del 2012, che ha modificato la definizione di pornografia minorile, è necessario verificare se le riprese effettuate rientrassero nella precedente nozione di "esibizione lasciva degli organi genitali", non essendo sufficiente la mera rappresentazione "per scopi sessuali" degli stessi. A tal fine, è essenziale un accertamento concreto ed in fatto sulla strumentazione utilizzata per la realizzazione dei filmati e delle foto e sui momenti di effettiva ripresa dei minori, non potendo tale elemento restare nel vago, essendo l'elemento oggettivo del reato in relazione alla normativa applicabile al tempo dei commessi fatti. Inoltre, l'assenza di rinvenimento di materiale pedopornografico a seguito di perquisizioni e sequestri effettuati nei confronti dell'imputato costituisce un elemento rilevante ai fini della valutazione della sussistenza dell'elemento oggettivo del reato.