Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25918 del 24 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:25918PEN

Massima

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Il reato di ingiuria, a seguito della depenalizzazione operata dal D.Lgs. n. 7 del 2016, non è più previsto dalla legge come reato. Di conseguenza, il giudice dell'impugnazione deve annullare senza rinvio la sentenza di condanna, revocando altresì le statuizioni civili, in quanto l'abolitio criminis prevale sulla remissione di querela, ai sensi dell'art. 129, comma 2, c.p.p. La pronuncia di non punibilità per il venir meno della fattispecie incriminatrice impedisce qualsiasi effetto penale e civile, fatta salva la possibilità per il soggetto offeso di promuovere azione di risarcimento danni e di richiedere l'applicazione delle sanzioni pecuniarie civili introdotte dal citato decreto legislativo. Tali eventuali iniziative, tuttavia, non sembrano configurabili nel caso di specie, in ragione della remissione di querela intervenuta. L'abolitio criminis, a differenza dell'istituto previsto dall'art. 152 c.p., non comporta alcuna statuizione in ordine alle spese processuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Anton - Presidente

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza emessa il 23/12/2014 dal Tribunale di Firenze
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott.ssa Loy Francesca, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, perche' il fatto non e' previsto d…

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