La revoca della patente di guida disposta dal Prefetto nei confronti di un soggetto sottoposto a misure di prevenzione personale, ai sensi dell'art. 120 del Codice della Strada, integra l'esercizio di un potere che non affievolisce la posizione di diritto soggettivo del privato, con la conseguenza che la relativa controversia rientra nella giurisdizione del Giudice Ordinario e non del Giudice Amministrativo. Ciò in quanto, anche a seguito della pronuncia di illegittimità costituzionale che ha eliminato il carattere vincolante del provvedimento prefettizio, la revoca della patente di guida non costituisce più l'esercizio di una discrezionalità amministrativa, ma l'attuazione di un potere che incide direttamente sulla posizione giuridica soggettiva del titolare della patente, la quale rimane perciò tutelabile innanzi al Giudice Ordinario secondo la regola generale di riparto della giurisdizione. Pertanto, il Giudice Amministrativo, investito della controversia, deve dichiarare il proprio difetto di giurisdizione, con conseguente applicazione dell'istituto della translatio iudicii, in forza del quale gli effetti sostanziali e processuali dell'originaria domanda sono conservati qualora il giudizio sia riproposto dinanzi al Giudice Ordinario entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della sentenza di difetto di giurisdizione.