Cassazione penale Sez. II sentenza n. 932 del 12 gennaio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:932PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il reato di associazione di tipo mafioso ex art. 416-bis c.p. si configura quando un gruppo criminale, dotato di una struttura organizzativa stabile e gerarchica, si avvale della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. La sussistenza di tale reato non richiede necessariamente l'utilizzo concreto della forza di intimidazione, essendo sufficiente che il timore suscitato dalla fama criminale dell'associazione risulti idoneo di per sé a creare uno stato di assoggettamento e di omertà, anche in assenza di manifestazioni esteriori della capacità di intimidazione. Inoltre, la forza di intimidazione del vincolo associativo e la conseguente condizione di assoggettamento e di omertà possono emergere non solo da atti espliciti di violenza o minaccia, ma anche da condotte più subdole e indirette, che sfruttano la reputazione criminale del gruppo per condizionare le vittime. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato di associazione mafiosa, è necessario accertare la sussistenza di una struttura organizzativa stabile e gerarchica, la capacità di intimidazione del vincolo associativo e la conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, anche in assenza di manifestazioni esplicite di violenza o minaccia, nonché la finalità di commettere delitti, acquisire il controllo di attività economiche o influenzare la vita politica ed amministrativa. Tali elementi devono essere valutati complessivamente sulla base di un'attenta disamina delle risultanze probatorie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - rel. Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO di MILANO;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
nel procedimento a carico di questi ultimi;
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
COMUNE DI LECCE;
avverso la sentenza del 16/05/2016 della CORTE APPELLO DI MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso:
udita a relazione svolta dal Consigliere Dr. CERVADORO Mirella;
Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Gene…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.