La concessione di servizi collegati alla balneazione e alla tutela ambientale di un tratto di spiaggia, pur non essendo formalmente qualificata come concessione demaniale marittima, non rientra nel regime di proroga legale previsto per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, in quanto l'oggetto della concessione è incentrato sulla gestione di iniziative promozionali e culturali, manutenzione di manufatti, vigilanza di aree dunali, erogazione di servizi di balneazione, ristorazione, assistenza ai bagnanti e pulizia delle spiagge e dune, configurandosi pertanto come una concessione di servizi esclusa dall'ambito di applicazione della proroga legale. Tuttavia, la successiva conferma della società concessionaria nella gestione del tratto di spiaggia, mediante reiterate ordinanze sindacali, determina il venir meno dell'interesse all'impugnazione della sentenza che aveva negato l'applicabilità della proroga legale, rendendo il ricorso in appello improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse. Inoltre, l'art. 3, comma 2, della legge n. 118/2022, che prevede la proroga fino al 31 dicembre 2023 (estensibile per un ulteriore anno) dei rapporti aventi ad oggetto la gestione di strutture turistico-ricreative e sportive in aree ricadenti nel demanio marittimo, non trova applicazione nel caso di specie, in quanto le reiterate ordinanze sindacali di provvisorio affidamento del servizio non integrano i presupposti di una procedura selettiva con adeguate garanzie di imparzialità e pubblicità dell'avvio della procedura, richiesti dalla norma per l'operatività della proroga.