Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che il provvedimento di ripristino dello stato dei luoghi e di irrogazione di sanzione pecuniaria, adottato dal Comune nei confronti di un immobile vincolato, è illegittimo laddove le opere realizzate risultino conformi al progetto previamente autorizzato dalla Soprintendenza competente. Infatti, la mancata rilevazione di difformità tra le opere eseguite e quelle assentite, nonché l'assenza di varianti in corso d'opera, comporta il difetto di motivazione del provvedimento impugnato, in violazione dell'art. 37, comma 2, del Testo Unico Edilizia. Pertanto, in presenza di un'autorizzazione preventiva della Soprintendenza che approva specificamente le opere realizzate, non può essere legittimamente adottato un ordine di ripristino e di irrogazione di sanzione, in assenza di una adeguata e puntuale motivazione che dia conto delle ragioni per cui le opere sarebbero comunque abusive o difformi dal titolo autorizzativo. Il giudice, in tali casi, è tenuto a riformare la sentenza di primo grado e ad accogliere il ricorso originario, annullando il provvedimento impugnato.