Cassazione penale Sez. I sentenza n. 42527 del 6 novembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:42527PEN

Massima

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Il reato di diffamazione mediante scritto sussiste anche quando le espressioni offensive siano comunicate ad una sola persona, ma siano destinate ad essere riferite ad almeno un'altra persona che ne abbia effettiva conoscenza, integrando così il requisito della comunicazione a più persone necessario per l'integrazione del reato. Inoltre, la veridicità di alcuni fatti esposti in uno scritto diffamatorio non esclude il carattere gravemente diffamatorio dello stesso, qualora permangano residue condotte attribuite alla persona offesa che risultino offensive e lesive della sua reputazione. Infine, la mera negativa del dolo, se non adeguatamente motivata, non è sufficiente a escludere la sussistenza dell'elemento soggettivo del reato, così come la scriminante putativa dell'esercizio del diritto non è configurabile in assenza della dimostrazione della veridicità dei fatti diffamatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. VA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 94/2008 CORTE MILITARE APPELLO di ROMA, del

17/12/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/10/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dott. GENTILE Francesco, Sostituto Procuratore Generale Militare della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concl…

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