Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8886 del 1 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:8886PEN

Massima

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Il reato di estorsione con modalità mafiose si configura quando l'agente, anche senza far parte di un'associazione di tipo mafioso, si avvale di minacce e intimidazioni tipiche dei sodalizi criminali organizzati per imporre la propria volontà alla vittima, ingenerando in quest'ultima la convinzione di trovarsi di fronte a un'attività gestita da una consorteria di stampo mafioso. In tali casi, la sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 della L. 203/1991 prescinde dall'effettiva esistenza di un'associazione a delinquere di tipo mafioso, essendo sufficiente il ricorso a modalità tipiche di tali organizzazioni criminali per esercitare la pressione estorsiva. Inoltre, il concorso di persone nel reato di estorsione non richiede necessariamente la materiale presenza del concorrente nel momento consumativo del reato, potendo il suo apporto causale esplicarsi anche in forme di contributo morale o rafforzativo dell'altrui proposito criminoso. Infine, la desistenza volontaria dal reato, ai sensi dell'art. 56 c.p., comma 3, presuppone condotte inequivoche dell'agente che interrompano l'azione delittuosa prima della consumazione del reato, circostanza che non ricorre quando la condotta estorsiva si sia già perfezionata con la consegna del bene o del denaro oggetto della minaccia. In tali casi, il giudizio di bilanciamento delle circostanze attenuanti generiche deve tenere conto della gravità dei fatti, della personalità dell'imputato e dell'assenza di elementi positivi, senza che possano rilevare a suo favore il mero corretto comportamento processuale o la risalenza nel tempo dei precedenti penali, già valutati ai fini della recidiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. MANTOVANO Alfredo - Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/01/2018 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO SARACO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore ORSI LUIGI;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza del 25/01/2018 oggi impugnata, la Corte di appello di Napoli ha confermato l…

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