Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27519 del 14 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27519PEN

Massima

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Il ricorso avverso il provvedimento applicativo di una misura cautelare custodiale, divenuta inefficace nelle more del giudizio, è inammissibile qualora l'interessato non abbia formalmente dedotto, in sede di riesame, il proprio interesse a coltivare l'impugnazione ai fini del riconoscimento della riparazione per ingiusta detenzione. Tale interesse, infatti, deve essere specificamente e motivatamente prospettato dall'indagato, in modo da evidenziare in concreto il pregiudizio derivante dal mancato conseguimento della pronuncia favorevole. L'omessa deduzione di tale interesse determina la correttezza della declaratoria di inammissibilità del riesame da parte del Tribunale, precludendo alla parte di prospettarlo per la prima volta con il successivo ricorso per cassazione avverso tale provvedimento. Le situazioni di inammissibilità, infatti, non sono suscettibili di sanatoria mediante il successivo espletamento dell'adempimento che avrebbe dovuto compiersi prima della relativa declaratoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefa - Rel. Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 29/07/2017 del TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
sentite le conclusioni del PG Dott.ssa ((omissis)) che conclude per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza in data 7.7.2017 il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Locri applicava ad (OMISSIS) la misura cautelare della custodia in carcere in relazione all'accusa d…

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