Cassazione penale Sez. I sentenza n. 398 del 9 gennaio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:398PEN

Massima

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Il proscioglimento di un imputato per incapacità di intendere e di volere dovuta ad infermità psichica comporta una presunzione di pericolosità sociale che dà luogo all'applicazione di una misura di sicurezza, la cui applicazione è tuttavia subordinata all'accertamento del perdurare dell'infermità, quando l'esecuzione sia distanziata temporalmente dalla commissione del fatto. L'applicazione della misura di sicurezza deve essere motivatamente fondata su un accertamento medico-legale recente che consenta di graduare la misura nella forma ritenuta più idonea, avuto riguardo alla natura dei reati commessi, alla personalità dell'imputato e alla sua condotta di vita successiva alla commissione dei fatti per i quali è intervenuta sentenza di proscioglimento, al fine di tutelare la salute dell'imputato e contenere la probabilità di reiterazione di illeciti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S - Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TO. IV., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 28/02/2008 TRIB. SORVEGLIANZA di GENOVA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CASSANO MARGHERITA;

lette le conclusioni del P.G. Dr. D'ANGELO Giovanni, che ha chiesto che il ricorso sia dichiarato inammissibile.

RITENUTO IN FATTO

Con ordinanza del 28 febbraio 2008 il Tribunale di Sorveglianza di Genova, in parziale acc…

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