Cassazione civile Sez. III sentenza n. 2545 del 30 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:2545CIV

Massima

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Il diritto di difesa giudiziale prevale sul diritto della controparte al decoro e all'onore, sicché l'uso di espressioni offensive nell'ambito di atti difensivi non comporta l'obbligo di risarcimento del danno, purché tali espressioni presentino un collegamento funzionale con l'oggetto della controversia e costituiscano uno strumento per indirizzare la decisione del giudice e vincere la lite. La scriminante dell'esercizio di un diritto di cui all'art. 51 c.p. trova applicazione anche in relazione a denunce o esposti all'autorità, a condizione che i fatti segnalati siano pertinenti alla situazione di fatto su cui si sollecita l'intervento dell'autorità, siano ritenuti veri in base a una giustificata e ragionevole rappresentazione della realtà, e siano esposti con osservanza del limite della continenza formale e sostanziale, indipendentemente dall'esito del procedimento penale eventualmente instaurato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TRAVAGLINO Giacomo - Presidente

Dott. SESTINI Danilo - Consigliere

Dott. CIGNA Mario - Consigliere

Dott. SCARANO ((omissis)) - Consigliere

Dott. IANNELLO Emilio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso iscritto al n. 15400/2017 R.G. proposto da:
(OMISSIS), rappresentato e difeso dall'avv. (OMISSIS);
- ricorrente -
contro
(OMISSIS);
- intimata -
avverso la sentenza della Corte d'appello di Genova n. 99/2017, depositata il 27 gennaio 2017;
Udita la relazione svolta nella pubblica udienza del 7 dicembre 2018 dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CARDINO Alberto, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

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