Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27564 del 25 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:27564PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni può essere disposto quando vi siano gravi indizi di reato e il giudice accerti il nesso di pertinenzialità tra i beni e il profitto dei reati contestati, anche in relazione alle utilità mediate del fatto criminoso e ai c.d. surrogati del profitto, ovvero i beni acquistati con denaro di cui risulta accertata la provenienza dal reato. A tal fine, il giudice può valutare la situazione reddituale del soggetto indagato e la coincidenza temporale tra le manifestazioni di ricchezza espresse dagli acquisti e l'epoca dei reati ipotizzati, anche in assenza di redditi leciti sufficienti per giustificare tali acquisizioni patrimoniali. La motivazione del provvedimento cautelare deve essere completa ed esauriente nel ricostruire il collegamento tra i beni sequestrati e il profitto dei reati, respingendo le argomentazioni difensive meramente generiche e assertive che non riescano a inficiare le valutazioni del giudice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso l'ORDINANZA nr. 170/2013 del TRIBUNALE della LIBERTA' di BRINDISI del 06/12/2013;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

Sentito il Procuratore Generale, in persona della Dr.ssa ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO INTATTO

Con ordinanza del 6.12.2013, il Tribunale della Liberta' di Brindisi, decidendo sulla richiesta di riesame proposta da …

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