Il mutamento della procedibilità di un reato da ufficio a querela, intervenuto successivamente alla commissione del fatto, comporta l'improcedibilità dell'azione penale qualora la condizione di procedibilità non sia stata soddisfatta entro i termini previsti dalla novella normativa, in applicazione del principio di retroattività della legge penale più favorevole di cui all'art. 2, comma 4, c.p. La querela, infatti, assume natura sostanziale in quanto incide sulla punibilità dell'autore del reato, sicché la sua mancata presentazione entro i termini stabiliti dalla riforma legislativa determina l'impossibilità di proseguire l'azione penale, a prescindere dalla fase processuale in cui si trovi il procedimento. Tale principio opera anche per i reati commessi anteriormente all'entrata in vigore della modifica normativa, in virtù del carattere retroattivo della nuova disciplina più favorevole all'imputato. Il giudice, pertanto, è tenuto ad accertare d'ufficio l'esistenza della querela, quale condizione di procedibilità, anche per i fatti pregressi, non potendo proseguire il processo in sua assenza.