Cassazione penale Sez. V sentenza n. 46468 del 7 dicembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:46468PEN

Massima

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Il diritto di critica, espressione della libertà di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantita, può legittimare l'utilizzo di espressioni anche aspre, purché non gratuitamente lesive della reputazione altrui, quando la critica abbia ad oggetto comportamenti tenuti in un contesto professionale e sia funzionale al controllo dell'osservanza di regole deontologiche. Pertanto, la mera offensività di alcune espressioni impiegate non è sufficiente a integrare il reato di diffamazione, ove le stesse risultino connesse all'esercizio di tale diritto e non travalicanti i limiti della continenza e della pertinenza rispetto al fatto oggetto di critica, il quale deve avere un contenuto di imprescindibile veridicità nei suoi elementi essenziali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CATENA Rossella - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. PILLA Egle - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del Tribunale di Taranto emessa in data 06/10/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa Rossella Catena;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Venegoni Andrea, che, ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articoli 23, comma 8, convertito dalla L. n. 176 del 2020 e Decreto Legge n. 228 del 2021, articolo 16 ha chiesto l'a…

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