Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24592 del 20 giugno 2011

ECLI:IT:CASS:2011:24592PEN

Massima

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Il concorso necessario per la partecipazione ad un'associazione per delinquere comune, ai sensi dell'art. 416 c.p., non comporta automaticamente l'attribuzione dell'aggravante di cui all'art. 7 della Legge n. 203 del 1991, relativa al fine di agevolare un'associazione di stampo mafioso. Perché tale aggravante possa essere riconosciuta, è necessario che il giudice fornisca una motivazione compiuta e intelligibile circa il nesso tra la condotta del singolo partecipante all'associazione comune e il fine di agevolare l'associazione mafiosa, senza poter desumere tale nesso in modo apodittico o sulla base di espressioni di terzi che non coinvolgano direttamente il soggetto. L'attribuzione dell'aggravante di metodo o fine mafioso può riguardare i singoli delitti-fine dell'associazione, ma non la mera partecipazione all'associazione comune, salvo errore di qualificazione del reato associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO ((omissis)) del 28/04/2 -

Dott. ROTELLA Mario rel. Consigliere SENTE -

Dott. SAVANI ((omissis)) N. -

Dott. ZAZA ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. DE MARCHI ALBENGO ((omissis)) N. 4721/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) SC. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 9029/2010 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 22/11/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIO ROTELLA;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), di rigetto.

udito il difensore avv. Cappiello F..

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

1. SC. Mi. ricorre contro ordinanza…

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