Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9436 del 27 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:9436PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve accertare la sussistenza di segni tangibili di un effettivo percorso di revisione critica della propria condotta delinquenziale da parte del condannato, nonché la sua concreta idoneità al reinserimento sociale, tenendo conto dei precedenti penali, della pericolosità sociale e della gravità dei reati in esecuzione. Il mero svolgimento di attività di collaborazione con enti pubblici, in assenza di un concreto progetto di revisione e reinserimento, non è di per sé sufficiente a superare il giudizio prognostico negativo sulla possibilità di un efficace recupero sociale del condannato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. CAIAZZO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. il (OMISSIS);

avverso l'ordinanza 9 maggio 2012 - Tribunale di Sorveglianza di Roma;

sentita la relazione svolta dal Consigliere dott. ((omissis));

lette le conclusioni scritte del rappresentante del Pubblico Ministero, sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, che ha chiesto il rigetto del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.

RITENUTO IN FATTO

1. - Con ordinanza deli…

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