Cassazione penale Sez. I sentenza n. 20941 del 23 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:20941PEN

Massima

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Il divieto di reiterazione del beneficio dell'affidamento in prova al servizio sociale per i recidivi reiterati, introdotto dalla legge n. 251 del 2005, non può essere applicato retroattivamente ai condannati che, prima dell'entrata in vigore di tale normativa, avevano già raggiunto un grado di rieducazione adeguato al beneficio richiesto, in quanto tale previsione è stata dichiarata costituzionalmente illegittima per contrasto con il principio di finalità rieducativa della pena sancito dall'art. 27, comma 3, della Costituzione. Il giudice di sorveglianza, pertanto, è tenuto a valutare nuovamente l'istanza di affidamento in prova al servizio sociale presentata dal condannato, alla luce della sopravvenuta declaratoria di illegittimità costituzionale della norma preclusiva, al fine di accertare se il condannato abbia effettivamente raggiunto un grado di rieducazione adeguato al beneficio richiesto, in applicazione della normativa previgente alla riforma del 2005.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. MOCALI Piero - Presidente

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. GIRONI Emilio - Consigliere

Dott. GRANERO Francantonio - Consigliere

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CE. RO., N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 16/02/2006 TRIB. SORVEGLIANZA di PERUGIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIRONI EMILIO GIOVANNI;

lette le conclusioni del P.G..

La Corte:

OSSERVA

Vista l'ordinanza in epigrafe, che ha dichiarato inammissibile l'istanza di affidamento in prova al servizio sociale proposta da CE. Ro., sul rilievo del divieto di reiterazione del beneficio stabilito per i recidivi reiterati dall'artico…

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