Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24751 del 14 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:24751PEN

Massima

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Il reato continuato ricorre quando i singoli reati, pur essendo autonomi e distinti, sono espressione di un unico disegno criminoso, caratterizzato dall'unità di scopo e dalla preordinazione, anche se solo nelle linee essenziali, di tali condotte illecite. L'unicità del disegno criminoso può essere desunta da elementi oggettivi, quali l'omogeneità delle violazioni, la tipologia di reati commessi, il bene protetto e le modalità di commissione, nonché da elementi soggettivi, come lo stato di tossicodipendenza del reo, che costituisce un fattore unificante delle condotte criminose, purché siano soddisfatte le altre condizioni richieste dalla giurisprudenza per la configurabilità dell'istituto della continuazione. Il giudice, pertanto, nel valutare l'istanza di applicazione della disciplina del reato continuato in fase esecutiva, deve esaminare attentamente tali indici, senza limitarsi a una motivazione apodittica che non si confronti adeguatamente con gli elementi allegati dalla difesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 202/2014 GIP TRIBUNALE di PESCARA, del 17/02/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DI GIURO GAETANO;
lette le conclusioni del P.G. Dott. FIMIANI Pasquale, che chiede di dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 17/02/15, il G.i.p. del Tribunale di Pescara, in funzione di giudice dell'esecuzione, si pronunciava sull'istanza presentata nell'inte…

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